Buttafuoco Pietrangelo - 2014 - I cinque funerali della signora Göring by Buttafuoco Pietrangelo

Buttafuoco Pietrangelo - 2014 - I cinque funerali della signora Göring by Buttafuoco Pietrangelo

autore:Buttafuoco Pietrangelo [Buttafuoco Pietrangelo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852055270
Google: GjhqBAAAQBAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-09-22T22:00:00+00:00


La giornata di Stoccolma è fatta di ore libere tutte da riempire. Carin è preoccupata per Hermann più che per se stessa. Si dà pensiero di dargli una vita sociale, e con il marito prende parte a tutti gli appuntamenti salottieri, alle iniziative dei vari circoli e alle feste nella capitale svedese.

La coppia, il cui amore ha cessato di destare scandalo, è bisognosa di mondanità, e va anche al più ambito dei balli, ossia quello organizzato dalla Confraternita dei Cacciatori, dove Nils von Kantzow svolge il ruolo di cerimoniere. Incuranti – come sempre – di procurargli ulteriore imbarazzo, i due entrano in sala e quando il mazziere scandisce: «Hermann e Carin, coniugi Göring», Nils, indifferente agli sguardi di commiserazione di tutti, si prodiga in un baciamano alla dama e in un batter di tacchi al marito per poi dare il via alle danze.

La vita dei due innamorati in Svezia è una girandola di visite, colazioni e obblighi di corte. Come il personaggio di una commedia non scritta, Hermann, vestito di bianco, con un abito che mal si adatta al fisico corpulento – cavaliere di cotanta signora –, arriva anche alla serata organizzata da Carl Ossbahr, avvocato molto in vista e caro amico della famiglia von Fock.

La scena di Stoccolma è tutta da vivere. Hermann, accolto a cena nella casa dell’avvocato, ripete ciò che ha già collaudato in tante altre occasioni, ostentando l’insegna smaltata d’azzurro Pour le Mérite e raccontandosi con i modi del fenomeno o, peggio, con quelli non proprio interessanti del propagandista politico. La sua conversazione, quando non è enfatica per colorare di epica le proprie memorie di guerra, diventa legnosa come nella rude lingua del predicatore: cerca sempre di stare al centro di ogni discorso, forza appena un poco la propria natura istrionica, finge d’interessarsi agli altri ma solo per procurarsi un pubblico disposto ad ascoltare le sue stravaganti opinioni e ad accettare volantini e libri. Uno su tutti: Mein Kampf.

Ossbahr sfoglia educatamente il volume, quindi gli trova un posto in biblioteca e – con gran sollievo degli ospiti, sfiniti dalla verbosità del capitano tedesco – avvia Göring verso la sala da pranzo, promettendo un’attenta lettura del libro di Hitler per il giorno dopo.

Carin e Hermann sono due tipi cui il destino ha sfigurato l’anima. Il pallore di lei – anche se fosse un segreto la sua condizione di salute – è il presagio di un agguato. La figura di lui – bizzarra e sugnosa, non conciliabile con l’epopea del pilota di caccia – è tanto consona ai cincillà delle operette quanto quella della moglie è degna di una saga. Scolpita com’è dalla malattia, che ne disegna in volto e nella persona la trasfigurazione di una divinità attraente ed elegante, Carin sovrasta il marito, così goffo, sovrappeso e calato ormai nel ruolo del sudaticcio e volgare agitatore da strada.

Ossbahr si annoia ad ascoltarlo, però ostenta attenzione. Non tiene a mente nulla di ciò che Hermann – tra una portata e l’altra – gli racconta. Piuttosto si rivolge a



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